Cybersecurity: aumentano del 464% gli attacchi di phishing tramite e-mail

Secondo i risultati dell’ultimo Report Acronis sulle minacce digitali è il phishing il metodo più quotato dai criminali per scovare le credenziali di accesso. Nei primi sei mesi del 2023 il numero di attacchi phishing basati su e-mail aumenta del 464% rispetto al 2022, e aumentano del 24% gli attacchi subiti da ogni azienda.
Ma anche nel primo semestre 2023 è il ransomware il principale rischio per le piccole e medie imprese, e se il numero delle nuove varianti continua a diminuire, la gravità degli attacchi resta ancora molto alta. Preoccupa molto però anche la minaccia crescente dei data stealer, che sfruttano le credenziali rubate per l’accesso non autorizzato a informazioni sensibili.

Un panorama in costante evoluzione

Nei loro attacchi, i criminali informatici mostrano capacità sempre più sofisticate e utilizzano l’Intelligenza artificiale e il codice ransomware già esistente per penetrare in profondità nei sistemi delle vittime ed estorcere informazioni riservate. Il malware creato con l’AI è in grado di sfuggire agli antivirus tradizionali, e rispetto al 2022 aumentano in modo esponenziale i casi di ransomware pubblico. Gli endpoint monitorati da Acronis restituiscono dati preziosi sulle modalità di azione dei criminali, confermando la maggiore intelligenza, complessità e difficoltà di rilevamento di alcune tipologie di attacco.

AI complice inconsapevole dei cybercriminali

Nel primo trimestre 2023, Acronis ha bloccato circa 50 milioni di URL sugli endpoint, +15% rispetto all’ultimo trimestre 2022. Nello stesso periodo, sono stati resi pubblici 809 casi di ransomware, con un picco del 62% a marzo, rispetto alla media mensile di 270 casi.
Sempre nel primo trimestre 2023, il 30,3% di tutte le e-mail ricevute erano spam e l’1,3% conteneva malware o link di phishing. Ogni esemplare di malware circola in media per 2,1 giorni prima di scomparire. Il 73% degli esemplari è stato osservato una sola volta. I modelli di AI pubblici agiscono come complici inconsapevoli dei criminali alla ricerca di vulnerabilità nei codici sorgente: li aiutano infatti a creare situazioni che impediscono di prevenire e sventare le frodi, come i deep fake.

Case history dei gruppi hacker

Il phishing resta la forma più diffusa di furto delle credenziali e costituisce il 73% di tutti gli attacchi, seguita dagli attacchi di compromissione delle e-mail aziendali (15%).
Il gruppo LockBit è responsabile della maggior parte delle violazioni dei dati, mentre il gruppo Clop ha violato i sistemi di una rete di fornitori di servizi per la salute mentale, colpendo i dati personali e protetti dalla normativa HIPAA di oltre 783.000 persone. BlackCat, invece, infiltrandosi nei sistemi di un produttore industriale indiano, si è appropriato di oltre 2 TB di dati militari segreti, incluse anche informazioni personali di dipendenti e clienti. E Vice Society ha compromesso 1.200 server e informazioni personali di 43.000 studenti, 4.000 persone dello staff accademico e 1.500 dello staff amministrativo dell’Università tedesca di Duisburg-Essen.