Earth Day 2024: allarme immobilismo per il cambiamento climatico

È quanto emerge dall’indagine condotta da Ipsos in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2024: il sentimento di impotenza e disillusione è sempre più diffuso nei confronti della lotta alla crisi climatica. Il cambiamento climatico è un problema così grande che in molti pensano di non poter fare la differenza. 

Secondo l’indagine Ipsos, che ha coinvolto 33 Paesi, tra cui l’Italia, la fiducia nei piani governativi per affrontare il cambiamento climatico è in caduta libera dal 2022.
Infatti, il 63% degli intervistati a livello globale e il 66% degli italiani ritiene che i propri governi dovrebbero fare di più per contrastare la crisi climatica.

I giovani sono i più scoraggiati 

Secondo l’indagine, un terzo dei giovani si sente inerme di fronte al cambiamento climatico, con il 32% dei Millennials e i l 30% dei ragazzi della GenZ che ritengono sia ormai troppo tardi per agire.
A questa sensazione di impotenza si somma una scarsa comprensione di quali azioni individuali potrebbero avere un impatto maggiore sull’ambiente. Nonostante un miglioramento generale della consapevolezza, le persone continuano a fare errori nel valutare le azioni domestiche che hanno il maggiore impatto sulla riduzione delle emissioni di carbonio. 

Le persone tendono a sovrastimare l’efficacia di azioni a basso impatto, come il riciclo. Ad esempio, per molto tempo si è creduto che riciclare le bottiglie di plastica avesse un impatto molto grande, ma recenti studi hanno messo in dubbio la validità di questa convinzione.

L’abbandono dei combustibili fossili e la transizione alle energie rinnovabili

L’allontanamento dai combustibili fossili è un altro tema critico confermato dalla ricerca Ipsos. I timori per il costo della vita nei Paesi sviluppati potrebbero ostacolare la transizione alle energie rinnovabili. Infatti, sebbene molti riconoscano l’importanza di abbandonare i combustibili fossili, le preoccupazioni più ampie in alcuni Paesi potrebbero rallentare la transizione. 

In media, si pensa che il passaggio alle energie rinnovabili avrà un impatto positivo sulla qualità dell’aria (65%), sulla natura (63%) e sulla lotta al cambiamento climatico (63%). Tuttavia, questo dato nasconde differenze di atteggiamento a livello nazionale. L’talia, ad esempio, appare più scettica, con percentuali rispettivamente del 58%, 52% e 53%.

La paura legata ai costi della transizione 

Nonostante i tassi di inflazione siano in calo a livello globale, la convinzione che la transizione dai combustibili fossili possa avere un impatto negativo sul costo della vita rimane forte, con il 29% a livello globale, il 37% nei Paesi del G7, e punte del 47% in Germania e del 42% in Canada.

Per rendere la transizione più facile ed economica, l’indagine Ipsos suggerisce che incentivi finanziari e accesso alle informazioni potrebbero spingere le persone a fare di più per il clima.
Queste sono le principali motivazioni sia a livello globale (39% e 37%), che in Italia (42% e 29%), seguite dal fatto di vedere direttamente le conseguenze di disastri ambientali nel proprio Paese (35% a livello globale e 27% in Italia).