Streaming: il 65% degli italiani spende 30 euro al mese 

Mentre in passato si pagava un canone per la televisione, o si noleggiavano videocassette e DVD, oggi sono disponibili numerosi abbonamenti mensili a servizi di streaming, come Netflix, Amazon Prime, Disney Plus, HBO e tanti altri.
Sommando i costi di ognuno di questi abbonamenti, ci si potrebbe chiedere quanto stiamo effettivamente pagando per questa nuova era di comodità digitale. La risposta è 30 euro al mese.

Questo è infatti il budget che il 65% degli italiani è disposta a destinare per il consumo di contenuti digitali.
Di fatto, la rivoluzione digitale ha innescato una migrazione massiccia dal piccolo schermo verso le piattaforme di streaming, che offrono una miriade di opzioni a portata di clic.

Come bilanciare qualità dei contenuti, prezzo e pubblicità?

La domanda cruciale per le piattaforme di streaming, però, è come offrire ai consumatori un servizio che bilanci contenuti di alta qualità, un prezzo accessibile e una pubblicità accettabile?
A quanto pare, gli italiani, pur riconoscendo il valore dei contenuti premium, non sono avversi all’idea di pubblicità, a patto che sia ben dosata.

Il 59% degli intervistati sarebbe infatti disposto a tollerare spot pubblicitari pur di accedere a una piattaforma gratuita, ma ad alcune condizioni, ovvero, pubblicità mirate e limitate interruzioni durante la visione. E quando è inevitabile, che almeno lo spot sia breve.

I giovani sottoscrivono anche più di 4 abbonamenti 

L’epoca in cui un unico abbonamento soddisfaceva tutte le esigenze di intrattenimento sembra essere un lontano ricordo. Ora, con giganti del settore che offrono cataloghi vastissimi e diversificati, la tentazione di diversificare gli abbonamenti è forte.
Questa tendenza, però, non è uniforme tra le diverse fasce d’età.

Se da un lato un significativo 42% della popolazione mantiene un approccio più conservativo, limitandosi a 2-3 servizi, dall’altro la fascia più giovane (25-34 anni) mostra un comportamento decisamente diverso.
Quest’ultimo gruppo, infatti, sembra avere una sete insaziabile di contenuti, tanto da sottoscrivere a 4 o più servizi contemporaneamente.

La lealtà degli utenti non è garantita

Nonostante il boom dei servizi di streaming, la lealtà degli utenti non è garantita. Esistono infatti numerosi modi di ‘saltare’ il pagamento dell’abbonamento.
Ma mentre le piattaforme competono per la lealtà degli utenti, è chiaro che il futuro sarà multidimensionale, con servizi integrati che vanno oltre il mero intrattenimento.
La sfida per le aziende sarà quella di rimanere al passo con le crescenti aspettative dei consumatori, e offrire soluzioni innovative che combinino contenuto, comodità e valore.