Universo welfare, la terza edizione dell’Adapt-UBI Welfare Index

Nella terza edizione del rapporto curato da Adapt e UBI Banca l’indice di welfare aziendale, denominato Adapt-UBI Welfare Index, si conferma un utile strumento per misurare in modo sintetico le iniziative di welfare regolate dalla contrattazione collettiva. Basato sulla banca dati di fareContrattazione di Adapt, che contiene, oltre a tutti i principali contratti collettivi nazionali, più di 4.000 tra contratti aziendali e territoriali, il rapporto rafforza il lavoro di analisi e mappatura del vasto universo della contrattazione collettiva nazionale, territoriale e aziendale. Questo, secondo una prospettiva metodologica di relazioni industriali che consente di ricondurre a sistema una pluralità di frammenti di welfare, che se visti in modo isolato, offrirebbero una lettura parziale del fenomeno.

Dimensione aziendale, di territorio e settore produttivo

L’Adapt-UBI Welfare Index “consente a imprese, operatori, attori del sistema di relazioni industriali di misurare concretamente e in modo attendibile la vicinanza o lontananza dal concetto di welfare aziendale di un determinato mix di misure che appartengono a un piano di welfare – si legge nel testo -. L’Index può pertanto rappresentare uno strumento progettuale e operativo utile alla messa a punto, alla successiva implementazione e al controllo periodico di piani e percorsi di welfare aziendale tanto in una dimensione aziendale quanto di territorio o di settore produttivo”. In questa edizione è proseguito il lavoro di analisi sul welfare aziendale/occupazionale del settore metalmeccanico, a cui si è aggiunto un approfondimento sulle misure sviluppate nel settore chimico.

Le clausole di welfarizzazione del premio di produttività

Le riflessioni avanzate nei precedenti rapporti sulle trasformazioni del lavoro e dell’impresa hanno puntato l’attenzione verso quanto avviene fuori dalla fabbrica, ovvero all’interno delle dinamiche di costruzione dei nuovi ecosistemi territoriali del lavoro e del valore. L’indagine condotta sulla contrattazione nei settori della meccanica e della chimica (36 contratti) evidenzia una diffusione del welfare aziendale nel 38,8% delle imprese del campione. Emerge inoltre come il welfare aziendale si sviluppi in buona parte in connessione alla possibilità di welfarizzare il premio di risultato: le clausole di welfarizzazione del premio di produttività sono presenti nel 33% di casi osservati. Chiude la parte tecnica di supporto analitico al Rapporto una rassegna ragionata della vasta letteratura di riferimento, utile, anche in termini definitori e concettuali, a tracciare gli esatti perimetri del fenomeno del welfare aziendale/occupazionale e fornirne una prima rappresentazione attendibile, riporta Italpress.

Migliore integrazione tra misure nazionali e aziendali

Il documento approfondisce l’impatto delle previsioni di welfare aziendale introdotte dal CCNL Federmeccanica e Assistal nel 2016 sul comparto industriale dei metalmeccanici. Queste disposizioni hanno fatto da apripista per l’introduzione del welfare aziendale a livello di CCNL in altri sistemi di relazioni industriali del settore. Ciò ha imposto una necessaria integrazione e armonizzazione all’interno delle aziende che già erogavano misure di welfare. Progressivamente, anche grazie al crescente utilizzo di piattaforme, oggi è riscontrabile una migliore integrazione tra misure nazionali e aziendali, con quote crescenti come “crediti welfare”.